Quando andiamo al ristorante siamo abituati a guardare il piatto che abbiamo davanti prima di assaggiarlo, l’apparenza conta, a volte prima di ordinare sbirciamo pure i piatti nei tavoli degli altri, per vedere come si presenta, com’è la pietanza… la vista assume un ruolo predominante nelle nostre vite.
Ma oggi vi parlo di un’esperienza che mette a prova tutti i vostri sensi: la cena al buio.
CENA AL BUIO: come funziona?
Abbiamo ricevuto questa cena in regalo, un regalo molto particolare… io, personalmente, non avevo mai sentito parlare della “cena al buio”.
Emozionata e anche un po’ spaventata, senza sapere bene cosa ci aspettava io e Paolo “cuori impavidi”, come sembriamo essere durante le nostre avventure domenicali, non potevamo rinunciare a questa nuova sfida.
La nostra cena speciale si sarebbe svolta alla Trattoria Veneta al Cervo a Vicenza.
I camerieri sono non vedenti o ipovedenti. La serata è organizzata dall’Associazione Biblioteca Italiana Ipovedenti ONLUS.
Regole ferree della serata: spegnere cellulari e tutti i dispositivi che possono fare luce e quindi “rovinare” l’atmosfera della cena. Sono stati molto ligi in questo. (Attenzione anche agli orologi digitali che hanno le luci, perché possono rendere nullo l’ambiente appositamente creato al buio.)
CENA AL BUIO: la mia esperienza
L’inizio della serata è organizzato in una saletta dove si degusta un veloce aperitivo, a lume di candela, i nostri occhi già così iniziano ad abituarsi.
Una volta degustato l’aperitivo, gli organizzatori hanno proceduto a farci entrare nella sala della cena che era completamente al buio. Si entrava nella sala quattro persone alla volta, formando un “trenino”, mettendo quindi le mani sopra le spalle della persona davanti. Dentro il buio, il nero totale. Non mi ero mai trovata in una situazione simile.
Ed così che inizia la sfida: con le mani, (il tatto) tocchi tutto quello che c’è vicino per capire dove sono le posate, dove il bicchiere e l’acqua, con l’udito ascolti le persone vicino a te, per capire chi sono, se le conosci, a quale distanza sono, con l’olfatto cerchi di capire che cibo hai davanti (è vino bianco o rosso?), con il gusto provi ad assaporare il cibo per capire meglio cosa stai mangiando.
Ho avuto qualche attimo di panico, quando mi sono sorte domande all’apparenza stupida, ad esempio: “Come faccio a capire se il bicchiere è pieno d’acqua o quanta ne ho messa dentro?”, “E se mi capita un’emergenza?” “Se devo andare in bagno?”.
Non vi preoccupate il personale in sala sa benissimo come aiutarvi a farvi pensare diversamente dal solito, fuori dai vostri schemi, a farvi utilizzare tutti i vostri sensi per risolvere queste domande che per noi sembrano un problema, mentre per loro sono solo un modo “diverso” di vivere il quotidiano. Insomma è una scommessa con noi stessi, ogni banalità sembra all’inizio una sfida.
Non conoscevamo il menù della serata. Dopo la paura iniziale, ho deciso di lasciarmi un po’ andare, per apprezzare il momento: sorprende come non potendo vedere, tutti gli altri sensi si accentuano.
Il cibo ha un gusto diverso, lo si assapora in maniera differente, questo assieme all’olfatto diventa il primo senso che utilizziamo per capire cosa c’è nel nostro piatto. Ci si lascia deliziare dai profumi, si tocca e si degustano le pietanze in maniera davvero diversa, scoprendo anche capacità che prima non sapevamo di avere. Conversare con i commensali seduti vicino, diventa un modo per “sciogliersi”, superare il timore, e per confrontarsi su cosa stiamo realmente mangiando.
Alla fine della cena il caffè è stato servito a lume di candela, per far abituare lentamente i nostri occhi alla luce.
Abbiamo dovuto provare ad indovinare cosa ci avevano servito, cercando di essere il più precisi possibili. Difficile azzeccare tutto al 100%.
Un grazie ad Anita e Mario per averci fatto questo regalo, per averci fatto uscire dalla nostra “comfort zone”, per averci fatto provare una nuova esperienza che ci ha fatto riscoprire l’importanza di tutti i nostri sensi.
Mamma mia, che esperienza fuori dal comune! Non avevo mai sentito parlare di questo tipo di cene, quasi quasi mi informo se le fanno anche a Bologna!
Anche a Trento, una volta, durante le Feste Vigiliane organizzavano le cene al buio. Purtroppo ora non le fanno più: peccato perché sarebbe stato interessante partecipare! Ho avuto delle amiche che ci sono andate e mi hanno raccontato di un’esperienza molto particolare ma molto utile … un altro punto di vista delle cose: ti devi fidare di chi ti sta servendo e delle persone intorno!